Daphnie

Prima di parlare dei soggetti in questione è doveroso fare un accenno sulla loro tassonomia.


Subphylum Crustacea

Nessun gruppo di piante o animali esistenti sul pianeta ha un range di diversità morfologica pari a quella dei crostacei ed è proprio questa caratteristica che rende lo studio dei crostacei molto interessante. I crostacei (dal latino crusta = guscio) sono un subphylum degli Artropoda, comprende numerosissime specie, all'incirca 71.000 specie descritte ("WoRMS - World Register of Marine Species") nelle quali sono comprese specie molto famose e molto apprezzate anche a livello economico quali aragoste, gamberi, granchi ma anche altre che sono rilevanti per il loro ruolo ecologico come i copeopodi, pulci d'acqua e i balani. Questo subphylum comprende specie prettamente acquatiche, per lo più marine. I crostacei posseggono due paia di antenne; il loro corpo si divide prettamente in tre regioni (definiti tagmata): il capo, torace e addome ma ovviamente possono non essere omologhi fra i tutti i vari componenti del subphylum (Hickman  et al, 2007). In molti crostacei la cuticola dorsale del capo si estende posteriormente e sui lati dell'animale, andando a  coprire o addirittura fondersi con alcuni o tutti i somiti toracici e addominali; questa copertura prende il nome di carapace (Hickman et al, 2007).


Genere Daphnia

Le daphnie sono piccoli crostacei d'acqua dolce appartenenti all'ordine Cladocera, famose per essere allevate come cibo vivente. La sua forma ricorda una pulce, di solito sono di un colore che va dal bianco sporco al semitrasparente. Sono lunghi da 0,2 a 5 mm (Dieter, 2005) e vivono all'interno di laghi, stagni, ruscelli e fiumi. 
Le daphnie sono una specie di tipo r-stratega, ossia hanno una durata della vita breve ma un tasso di riproduzione molto elevato. La vita di una Daphnia può durare dai 13-14 mesi in un lago freddo e oligotrofico ma, generalmente, non supera i 5-6 mesi (Pietrzak et al, 2013).


La Daphnia è un organismo filtratore cFig.1 - Daphnie in acquario (Immagine da theaquarium.club)he si nutre principalmente di alghe unicellulari e vari tipi di detriti organici, inclusi protisti e batteri (Dieter, 2005; Maciej, 2008). L'alimentazione viene effettuata utilizzando la seconda e la terza coppia di arti, le quali si assicurano di portare alla bocca solo particelle che possono essere assorbite, lasciandole al di fuori. 
Il nuoto è possibile grazie al movimento dal secondo paio di antenne, che risultano essere di dimensioni maggiori rispetto al primo paio.

La maggior parte delle specie di Daphnia ha un ciclo di vita basato sulla "partenogenesi ciclica", un ciclo riproduttivo che alterna la riproduzione partenogenetica (asessuata) alla riproduzione sessuale (Dieter, 2005). Per la maggior parte della loro vita le femmine si riproducono in modo asessuato producendo uova diploidi ogni volta che effettuano una muta; a seconda della specie varia la loro capacità di contenere le uova, di fatti possono contenere solo 1 - 2 uova in quelle più piccole (D. cucullata) o più di 100 (in specie più grandi come D. magna). In condizioni normali, esse si schiudono dopo un giorno ma rimangono in una sacca della femmina per circa tre giorni (a 20°C). Vengono quindi rilasciate in acqua e in 5-10 giorni (ma possono essere di più se le condizioni non sono favorevoli) raggiungono un'età in cui sono in grado di riprodursi (Dieter, 2005). La prole prodotta in modo asessuato è sempre di genere femminile. L’altra modalità di riproduzione prevede che quando le condizioni ambientali si deteriorano (ad es. se la popolazione è numerosa) una parte della prole prodotta in modo asessuato si sviluppa in maschi. Le femmine iniziano a produrre uova sessuali aploidi che poi i maschi feconderanno.

Come precedentemente accennato le daphnie sono famose per essere noto cibo vivente utilizzato nell'allevamento di pesci tropicali e marini. Sono spesso utilizzate come nutrimento anche per girini e/o piccole specie di anfibi come la rana nana africana (Hymenochirus boettgeri). A causa della sua breve vita e delle sue capacità riproduttive, Daphnia può essere un ottimo indicatore ecologico, perché può essere utilizzata per testare gli effetti delle tossine su un ecosistema. Inoltre, avendo organi quasi trasparenti essi risultano facili da studiare. La Daphnia è anche comunemente utilizzata per gli esperimenti che trattano i cambiamenti climatici, infatti il suo utilizzo è frequente sui test tramite l’utilizzo delle radiazioni ultraviolette (UVR) note per i danni gravi che creano alle specie di zooplancton (ad esempio riducono l'attività di alimentazione). A causa della loro membrana sottile, che consente l'assorbimento dei farmaci, vengono utilizzati per monitorare gli effetti di alcuni medicinali sul cuore, come l’adrenalina o la capsaicina.



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Youtube
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